Cara Talea della democrazia,
la situazione in Medio Oriente è preoccupante, la mia premessa è che non voglio fare un ragionamento né filopalestinese, né filoisraeliano, e nemmeno filolibanese; vorrei fare un discorso più ampia che ci riguarda tutti.
Io ritengo che quello che sta vivendo oggi la Comunità Israeliana sia un momento critico; uso questa parola nel suo significato etimologico, cioè è in una fase in cui deve decidere il proprio futuro, dilaniata dalla riforma del primo ministro Netanyahu, e il nuovo conflitto in atto; che non fa sconti, contando persino vittime straniere come il nostro connazionale.
La mia riflessione è che il primo ministro abbia voluto di proposito rinfiammare questa eterna lotta tra i due popoli, per nascondere la sua riforma.
Essa andava contro il principe cardine delle democrazie occidentali ossia la divisioni dei poteri; e questo sarebbe stato un colpo senza precedenti che avrebbe potuto portare ad alcuni governi europei ad andare in questa via senza uscita.
Noi cittadini italiani siamo stati distratti dalle malefatte dei nostri governi con campagne elettorali permanenti, calciomercato, la televisione generalista, le pubblicità volgari; addirittura è stato usato il terremoto del L'Aquila per risalire nei sondaggi; la pandemia per fare comunicati stampa a reti unificate; ma utilizzare una 'guerra' per far dimenticare ai suoi cittadini e compattarli contro il mondo arabo; per il suo pessimo insuccesso è un'idea orrenda.
Per questo chiedo alle parti in causa un cessate il fuoco imminente prima che sia un altro focolaio che non smette di bruciare e sia irreversibile; in democrazia si risolvono le discussioni con la dialettica e non con un conflitto che potrebbe costare caro a tutti noi.