Leggiamo della recente ordinanza emanata dalla sindaca Manassero, in ossequiosa ubbidienza alle indicazioni del prefetto Savastano, atta a “contrastare il degrado urbano, vale a dire tutti quegli episodi molesti, legati spesso all’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti, che generano insicurezza ma non sono di per sé atti criminali o criminosi perseguibili penalmente: bivacchi che ostacolando la libera circolazione, atteggiamenti e comportamenti minacciosi o inopportuni sotto l’effetto delle sostanze alcoliche o stupefacenti, comportamenti indecorosi che incrinano la serena convivenza civile, l’igiene, la bellezza e il rispetto dei beni, degli spazi e dei luoghi pubblici.”
Se si è sentito il bisogno, la necessità, l’impellenza di un’ennesima ordinanza comunale per fronteggiare tale disastro sociale, ci domandiamo che metropoli di criminali sia divenuta Cuneo…
Fortunatamente poi ci si sveglia dai sogni, o meglio dagli incubi, in cui si vuole far precipitare il cittadino e ci affidiamo ai dati, alle fonti e alla razionalità delle statistiche: secondo l'indice di criminalità pubblicato dal Sole24ore pochi giorni fa e basato sulle statistiche della banca dati interforze del dipartimento di PS del ministero degli Interni, Cuneo è la 99esima città "più criminale" su 106 per l'indice generale. Nel dettaglio, i reati in cui Cuneo risulta nelle prime 35 posizioni sempre su 106 sono incendi (37esima) e furti (35esima) e rapine in abitazioni private (19esima). Quindi, nulla a che vedere col decoro urbano, bivacchi, alcool, stupefacenti, molestie e altre amenità.
Non è forse, questa, un’ordinanza che va a soddisfare gli istinti più bassi della cittadinanza, sotto attacco di un inesistente (lo dicono le cifre, le statistiche, i fatti) pericolo sociale? A noi, e forse anche al Sole 24Ore, pare di sì.
Lo dichiarano in una nota Filippo Blengino, Lorenzo Roggia e Claudio Marengo, rispettivamente Tesoriere di Radicali Italiani, Segretario e membro di Direzione di Radicali Cuneo.