Pensavo che tra i benefici della modernità ci fosse anche la fine di questa abitudine di identificare le persone con quello che fanno.
Io sono o sono quello che faccio? Era il buon Mike Buongiorno che esordiva nel presentare i suoi ospiti con l'epiteto professionale. Marco l'idraulico... e se si parlava di classe media diventava il signor Marco Ragioniere di Milano. Forse nel ricercare le origini delle discriminazioni dobbiamo fare lo sforzo di pensare a ciò che siamo sottoponendo cosa facciamo a dettaglio secondario.
Oppure, camminando su questo piano inclinato, non basterà più etichettarci con la professione, aggiungeremo le abitudini, i gusti, le scelte. Ed allora, si rischia di arrivare a definire Marco come l'idraulico gay o il ragioniere con amante di colore, o ancora il divorziato del secondo piano... o forse ci siamo già arrivati ?
Ancora oggi i media si comportano in questo modo, un Decoratore di Pisa ha rubato una macchina... un Tifoso laziale ha picchiato un passante, un Geometra di Livorno ha ucciso la moglie.
Io ne ho abbastanza e per quel poco che conta mi presento così:
Sono Stefano, un creativo, amante della filosofia, di carattere curioso.