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Conferenza stampa dei radicali piemontesi sul Covid

12-06-2020 14:31

Ufficio stampa

Comunicato stampa,

Conferenza stampa dei radicali piemontesi sul Covid

Si è svolta oggi, a Torino, una conferenza stampa tenuta dal dottor Silvio Viale, Presidente del Comitato nazionale di Radicali Italiani, ed Igor Boni

Si è svolta oggi, a Torino, una conferenza stampa tenuta dal dottor Silvio Viale, Presidente del Comitato nazionale di Radicali Italiani, ed Igor Boni, Presidente di Radicali Italiani. La prima conferenza in regione di una forza politica effettuata in presenza. Un ritorno alla “normalità” per i radicali, della quale, dicono i militanti, “abbiamo essenziale bisogno”.

“Ridicolo” – attaccano i radicali – “il fatto che il Consiglio Regionale del Piemonte ed i vari Consigli comunali non si riuniscono in presenza, nonostante ormai quasi tutte le attività hanno ricominciato a ripartire”. Dal resto sono molti i locai spaziosi in cui, ad esempio i Consigli comunali, possano riunirsi con le dovute precauzioni, come palestre e sale cittadine. Dal resto riunirsi via web non è sicuramente la stessa cosa che trovarsi in presenza.

Attacca Viale: “ormai la probabilità di incontrare un malato per strada è uno su mille; la maggior parte dei contagiati è in isolamento a casa o negli ospedali”. E per quanto riguarda la nuova ondata prevista per l’autunno, aggiunge il medico del Sant’Anna di Torino: “è normale! In autunno la carica di virus aumenta sempre, ma non possiamo sapere cosa accadrà da settembre, ma quel di cui sono sicuro è che non si deve ripetere il blocco attuato negli scorsi mesi”. “Occorre” – conclude Viale – “chiaramente organizzare i luoghi al chiuso con le dovute precauzioni e distanziamenti, ma non bisogna continuare a seminare terrore”.

Interviene poi Igor Boni, il quale afferma che in Piemonte, come in altri territori locali, sono stati fatti provvedimenti contraddittori, con l’unico scopo di dimostrare che le amministrazioni locali erano attive. Cita, il Presidente dei Radicali, un provvedimento di Cirio, il quale ha imposto per un weekend allungato, l’uso obbligatorio della mascherina per tutti, anche all’aperto, in un contesto urbano. “Un provvedimento” – prosegue Boni – “inutile, perché mantenendo le distanze previste all'aperto, è impossibile contrarre il virus”.

“Le istituzioni, ed il Piemonte in particolare, si sono attivate per buttare fuori provvedimenti per far vedere che si faceva qualcosa, che però non hanno avuto utilità” – attacca il radicale – “mentre invece le responsabilità del divulgarsi del virus ci sono state, perché soprattutto, per quanto concerne le RSA, pazienti sono stati trasferiti dagli ospedali alle RSA e hanno provocato contagi in luoghi che contengono persone normalmente anziane, con patologie e con difese immunitarie abbassate, ossia gli individui che proprio il coronavirus va ad aggredire”.  Serve quindi, per i radicali, una commissione di inchiesta regionale per capire quali errori sono stati commessi dai vertici regionali e nella gestione di questi mesi, e per capire il motivo per il quale il Piano nazionale anti-pandemie non è stato rispettato e attuato. Una commissione d’inchiesta che sia in grado di individuare gli errori, i gravi errori, per evitare di ripeterli, in caso di una nuova ondata di virus.

Radicali Italiani aveva denunciato, mesi fa, il fatto che pure il parlamento italiano era stato “messo in quarantena”, creando gravi impedimenti ai diritti democratici di 60milioni di persone, senza nemmeno un vaglio parlamentare. “Un vulnus costituzionale molto grave” attaccano i radicali.

Da Cuneo commenta Filippo Blengino, Segretario di Radicali Cuneo: “Occorre tornare alla normalità istituzionale, facendo riunire anche in Provincia di Cuneo i Consigli Comunali in presenza, con ovviamente le dovute precauzioni, visto che ormai praticamente tutti siamo tornati al lavoro e alle nostre vite”. Lancia un appello Blengino ai Presidenti dei Consigli Comunali del cuneese: “Tornate a riunirvi in presenza, eventualmente in sale più grandi, centri sportivi o, perché no, all’aperto”. “Non possiamo” conclude il Segretario – “ridurre a video-incontri le riunioni di assemblee che ci rappresentano e che sono alla base della vita democratica locale”.

 

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