“Il cartello del cantiere posto all’ingresso del carcere di Alba parla chiaro: fine dei lavori ottobre 2023. Altrettanto chiara era stata la Provveditrice regionale dell’amministrazione penitenziaria Rita Monica Russo, che una nostra delegazione aveva incontrato, ad inizio anno, dopo uno sciopero della fame nato dalla denuncia dei garanti circa il mancato avvio dei lavori. La situazione sembrava essersi poi sistemata, con una promessa: entro il 2023 tutto finito. Peccato che i lavori siano ancora in corso e che durante la visita che abbiamo effettuato il 5 novembre scorso il personale era stato, anch’esso, molto chiaro: il cantiere rimarrà aperto fino al 2025”. Così in una nota Filippo Blengino e Alice Depetro, rispettivamente Segretario e membro di Direzione di Radicali Cuneo “G. Donadei”.
“Dalla chiusura per l’epidemia di legionella nel 2016 alla trasformazione in Casa lavoro - continuano i due -, il carcere di Alba oggi vive condizioni difficili, mantenendo attiva una piccola parte dell’istituto che ospita internati, ossia persone che hanno già scontato la pena ma che vengono ritenuti socialmente pericolosi. Nel tornare a ribadire che l’istituto fascista della Casa lavoro contrasta con la Costituzione e che va abolito, ribadiamo che occorrono misure draconiane per contrastare il sovraffollamento carcerario. La proposta di Riccardo Magi, Enrico Costa e altri sull’istituzione delle Case di reinserimento sarebbe un primo passo importante”.
“Su Alba - concludono – si chiarisca la reale data di fine del cantiere e i motivi del nuovo ritardo. Il Sottosegretario alla Giustizia Delmastro delle Vedove, proprio davanti ai cancelli del “Montalto”, aveva parlato dell’importanza di investire per la costruzione di nuove carceri. Ma se non si riesce nemmeno a concludere un cantiere di un istituto già esistente, come si può pensare di edificarne di nuovi? Delmastro dia delucidazioni.”