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Fine vita, eutanasia e testamento biologico

01-06-2021 16:07

Radicali Cuneo

Campagne,

Fine vita, eutanasia e testamento biologico

Testamento biologicoCon quello che viene chiamato “testamento biologico” puoi dichiarare le tue disposizioni anticipate di trattamento (DAT), ossia pu

Testamento biologico

Con quello che viene chiamato “testamento biologico” puoi dichiarare le tue disposizioni anticipate di trattamento (DAT), ossia puoi dare le tue disposizioni al medico per il momento futuro in cui potresti essere incapace di intendere e volere.

Grazie all’Associazione Luca Coscioni, il 14 dicembre 2017 in Italia è stata approvata la legge che dà valore legale al testamento biologico. Scarica qui il modello di testamento biologico e scopri qui ulteriori dettagli.

 

Eutanasia Legale

Radicali Cuneo è promotore del Referendum Eutanasia Legale

Grazie alle disobbedienze civili di Marco Cappato e Mina Welby abbiamo ottenuto nel 2017 la Legge che riconosce il valore del Testamento Biologico, e una sentenza della Corte costituzionale che ha aperto dei varchi sulla disponibilità della vita umana.

Oggi in Italia possono porre fine alle loro sofferenze solo i pazienti per cui risulti sufficiente l’interruzione delle terapie, come previsto dalla Legge 219/2017.

La Corte costituzionale ha chiarito che l’aiuto al suicidio (art. 580 del Codice penale) non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale.

Tutte le altre persone con patologie irreversibili che procurano dolori intollerabili, e i pazienti impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco (a causa di SLA, di una tetraplegia…) nel nostro Paese non hanno la possibilità di scegliere, e di chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria, perché il nostro codice penale vieta l’omicidio del consenziente (art. 579 c.p).

Molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a che punto vivere la loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico alla morte volontaria, al suicidio assistito o ad accedere all’eutanasia come è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada, molti Stati degli Stati Uniti e sempre più Paesi nel mondo.

Perché nonostante una proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel 2013 e due richiami della Corte costituzionale, il Parlamento in tutti questi anni non è mai riuscito a discutere di eutanasia legale.

Ecco perché, a fianco delle persone che non possono aspettare i tempi della politica e della giustizia, abbiamo deciso di dare la parola ai cittadini con un referendum.

Il quesito referendario si pone l’obiettivo di introdurre l’eutanasia legale tramite l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente.

Tecnicamente il quesito lascia intatte le tutele per le persone vulnerabili, i minori di 18 anni, le persone che non sono in grado di intendere e volere, quelle il cui consenso è stato estorto, e potrà introdurre nel nostro Paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria.

In questo modo si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze.

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