A seguito di un'istanza di accesso civico generalizzato all'ASL CN1, ASL CN2 e all'Azienda ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo, i cui risultati sono stati pubblicati nelle scorse settimane dall'Associazione Radicali Cuneo - Gianfranco Donadei, é emerso che nell’Ospedale di Mondovì-Ceva solo 1 su 8 ginecologi non è obiettore. Per questo motivo proprio i radicali hanno inviato una diffida all'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte e, per conoscenza, all'ASL, all'ospedale di Mondovì-Ceva e alla Procura della Repubblica.
Le attiviste Alessia Lubèe e Alice Depetro dichiarano:
"Ben 7 su 8 ginecologi sono obiettori di coscienza presso l’ospedale di Mondovì – Ceva. La risoluzione del Parlamento europeo del 24 giugno 2021 chiaramente dispone che l’obiezione di coscienza individuale non può interferire con il diritto del paziente di avere pieno accesso all'assistenza e ai servizi sanitari e, al contempo, la legge 194/1978 vieta l’obiezione di struttura, demandando in capo alle Regioni il compito di adottare misure di mobilità del personale. Per questo abbiamo inviato una diffida all’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, per fare in modo che provveda, in base ai poteri ad esso riconosciuti dalla L. 197/78, affinché presso l’ospedale di Mondovì-Ceva sia assicurato il pieno e sicuro accesso nonché espletamento del servizio di interruzione volontaria di gravidanza, oggi impedito dalla presenza per il 90% di personale medico obiettore di coscienza.”
La diffida, oltre che da Lubée e Depetro, é firmata anche dall'avvocata Giulia Crivellini, Filippo Blengino, Alexandra Casu e Sabatino Tarquini.