Ahmadreza Djalali è un medico e docente iraniano con cittadinanza svedese. Ha lavorato in diverse università in Europa tra cui l’Università del Piemonte Orientale di Novara. Djalali viene arrestato in Iran nel 2016, dov'era stato invitato per una serie di seminari, e accusato di spionaggio. Come riporta Amnesty International, durante il processo il ricercatore non ha potuto difendersi e il governo iraniano è riuscito ad estorcergli, con torture e privazioni, una dichiarazione dove confessava di essere una spia per conto di un 'paese ostile'. Nell'ottobre del 2017 è stato condannato in via definitiva alla pena capitale. Nel gennaio 2018 la condanna a morte viene temporaneamente sospesa, nel frattempo le condizioni di salute Djabali peggiorano, tanto da essere necessarie delle cure mediche specialistiche al di fuori del carcere. Cure tutt'ora negate. Nella giornata del 24 novembre il ricercatore ha potuto contattare telefonicamente la moglie. Nella brevissima telefonata, della durata di circa due minuti, ha spiegato che sarà trasferito in un nuovo penitenziario in vista dell'imminente esecuzione capitale. Noi Associazione Radicali Cuneo - Gianfranco Donadei chiediamo quindi, aggiungendoci all'appello dei compagni dell' Associazione Radicale Adelaide Aglietta , che il governo italiano convochi l'ambasciatore iraniano per fermare la sentenza di morte di Ahmadreza Djalali.